Perchè il Festival delle Arti?
I giovani, guardandomi negli occhi, hanno poi capito quanto la mia “picaglia” potesse diventare tenera e, nel tempo, anche per età ed esperienza, mi hanno eletto, senza che io mi candidassi, portatore sano dei loro sogni.

Andrea Mingardi

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Lettera di Roberto Grandi

L’assunto del Festival delle Arti non può che essere questo:
la creatività che si esprime all’interno di un territorio è superiore a quella che i canali di produzione e distribuzione dati, sia pubblici sia privati, riescono a veicolare.

Si ipotizza, dunque, che esista, nonostante il grande numero di occasioni presenti nella nostra regione, un gap tra la creatività potenziale diffusa e quella effettivamente espressa in occasioni pubbliche.

Il Festival delle Arti si pone, con modestia ma anche con una certa decisione, l’obiettivo non di colmare questo gap, ma di contribuire a diminuirne lo spessore, ben sapendo che altri sono i soggetti che dovrebbero essere coinvolti per un’inversione di rotta significativa.

Più in specifico i caratteri che rendono il Festival un progetto interessante si possono così riassumere: portare a termine una prima verifica dell’assunto di base, ossia verificare attraverso tutta la prima fase di promozione e selezione se la formula del Festival è in grado di far emergere alcune forme di creatività che non hanno trovato finora altri canali di emersione pubblica;

realizzare una prima mappatura, seppure limitata e ancora da consolidare, della distribuzione di questa creatività inespressa secondo le variabili del territorio di appartenenza e delle discipline artistiche praticate;

garantire a chi risponde al bando il parere di una giuria qualificata e autorevole, in quanto composta da istituzioni e singoli individui dotati di una riconosciuta competenza;

offrire a chi supera la selezione alcune prime occasioni di visibiltà pubblica, che costituiscono quel primo gradino sempre difficile da individuare e superare.

La scommessa è alta e difficile da vincere, anche se il progetto non si limita a questo primo anno ma si propone una verifica almeno triennale per consolidare, affermare e rendere autorevole anche presso il pubblico un Festival che vorrebbe essere percepito come una festa delle Arti.

Roberto Grandi
Prorettore dell’Università degli Studi di Bologna