Lettera di Roberto Grandi
L’assunto del Festival delle Arti non può che essere questo:
la creatività che si esprime all’interno di un territorio è superiore a quella che i canali di produzione e distribuzione dati, sia pubblici sia privati, riescono a veicolare.
Si ipotizza, dunque, che esista, nonostante il grande numero di occasioni presenti nella nostra regione, un gap tra la creatività potenziale diffusa e quella effettivamente espressa in occasioni pubbliche.
Il Festival delle Arti si pone, con modestia ma anche con una certa decisione, l’obiettivo non di colmare questo gap, ma di contribuire a diminuirne lo spessore, ben sapendo che altri sono i soggetti che dovrebbero essere coinvolti per un’inversione di rotta significativa.
Più in specifico i caratteri che rendono il Festival un progetto interessante si possono così riassumere: portare a termine una prima verifica dell’assunto di base, ossia verificare attraverso tutta la prima fase di promozione e selezione se la formula del Festival è in grado di far emergere alcune forme di creatività che non hanno trovato finora altri canali di emersione pubblica;
realizzare una prima mappatura, seppure limitata e ancora da consolidare, della distribuzione di questa creatività inespressa secondo le variabili del territorio di appartenenza e delle discipline artistiche praticate;
garantire a chi risponde al bando il parere di una giuria qualificata e autorevole, in quanto composta da istituzioni e singoli individui dotati di una riconosciuta competenza;
offrire a chi supera la selezione alcune prime occasioni di visibiltà pubblica, che costituiscono quel primo gradino sempre difficile da individuare e superare.
La scommessa è alta e difficile da vincere, anche se il progetto non si limita a questo primo anno ma si propone una verifica almeno triennale per consolidare, affermare e rendere autorevole anche presso il pubblico un Festival che vorrebbe essere percepito come una festa delle Arti.
Roberto Grandi
Prorettore dell’Università degli Studi di Bologna