La lettera di Andrea Mingardi
Perché il Festival delle Arti?
I giovani, guardandomi negli occhi, hanno poi capito quanto la mia “picaglia” potesse diventare tenera e, nel tempo, anche per età ed esperienza, mi hanno eletto, senza che io mi candidassi, portatore sano dei loro sogni.
Perché proprio io?
Il tutto è partito da una considerazione di fatto: il nostro territorio è fecondo di talenti nelle discipline più disparate. Non basterebbe questo catalogo per elencare tutti coloro che, nati artisticamente qui, hanno preso il volo.
L’altro punto riguarda la “presunta eccezionalità”, tutta da dimostrare, definita spesso dagli esterni Scuola Bolognese, Scuola Emiliana, Scuola Emiliano-Romagnola. Nelle centinaia di concerti che in questi anni mi hanno portato ovunque ho tentato di capire se, tra i motivi dell’esemplificazione precedente, ci potesse essere la tradizione o l’aria e l’acqua come per il pane ferrarese.
I giovani, guardandomi negli occhi, hanno poi capito quanto la mia “picaglia” potesse diventare tenera e, nel tempo, anche per età ed esperienza, mi hanno eletto, senza che io mi candidassi, portatore sano dei loro sogni. Non amando la filosofia televisiva, che diffonde la cultura del colpo di fortuna e del “Karaokiano” essere al posto giusto nel momento giusto (meglio se in prima serata), mi sono rivolto alle maggiori Istituzioni didattico-creative del nostro territorio.
Non ero assolutamente convinto che si potessero placare il fuoco dell’anima e i lampi negli sguardi dei ragazzi con il solito “concorsino” consolatorio e frustrante. La compattezza nell’adesione da parte dei massimi rappresentanti culturali di Università degli Studi, Conservatorio Musicale, Accademia di Belle Arti, Cineteca di Bologna, Scuola di Teatro di Bologna, Produzioni Teatrali Paolo Scotti e Associazione Scrittori mi hanno convinto a partire per quest’avventura denominata “Festival delle Arti”.
Colonne portanti: l’iscrizione gratuita, la valorizzazione dell’impegno e dello studio, le pubbliche audizioni, le mostre, le pubblicazioni, la possibilità di estrinsecare tramite schermi, strumenti, amplificazioni, luci, palco e pubblico quella parte del nostro io che spesso viene soffocata dal monopolio promozionale e dalle regole commerciali dello show business: l’ego fantastico.
Con questa iniziativa, e con la qualifica di Direttore Artistico non ho la presunzione di aver inventato nulla e dato chissà quali chanche e poi a chissà chi? Ma la presenza massiccia di personalità importanti che credono nel loro lavoro, nei metodi d’insegnamento, nel rigore, nello spessore e nella strada misteriosa della sofferenza dell’artista mi conforta e invita la mia parte adolescenziale a godere del contributo di questi ragazzi, rivedendomi nei loro occhi e nelle loro braghe, non vedendo l’ora di sentire l’adrenalina scorrere e spargersi nell’area del Parco Nord e sul palco del Palacuore.
Ai selezionati, ai menzionati, ai momentaneamente esclusi, ai vincitori diremo: “Ragazzi, questo è solo l’inizio!”
Andrea Mingardi
Direttore Artistico del Festival delle Arti